sabato 1 maggio 2021

Un classico scontro di classe.


 

La faccenda si ripeteva ogni tre o quattro giorni, Anna non riusciva a rinunciare alle visite alla dimora dei due vecchietti, che si chiamavano Ferdinando e Maria. Oltre ai gattini c’era anche la chioccia, che se veniva chiamata con dei dolci: “Piu, piu”, veniva fuori nella piazza con tutto il suo seguito di pulcini, bianchi, gialli e rossicci. Per  la bambina era il massimo del godimento.

 

Maria, vendendo il latte delle capre e coltivando un piccolo orto riusciva malamente a sbarcare il lunario: era proprio al limite della sopravvivenza. Gli organi del paese preposti all’assistenza inspiegabilmente ignoravano i due, anche se le loro richieste di aiuto erano arrivate a destinazione. A parere della vecchia signora, chi di dovere, non teneva conto delle loro condizioni. Fu per questo motivo che Anna insieme a buona parte dei vicini, si trovò spettatrice di una curiosa scena.

 

Essendo in corso le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, i muri delle case del paese erano tappezzati dai manifesti di propaganda. Anna si divertiva a sillabare i nomi dei partiti e dei candidati, per i quali i parenti facevano opera di convincimento presso i cittadini esortandoli a votare per i loro congiunti, e non si fermavano nemmeno di fronte alla malattia di Ferdinando. Alcuni di loro arrivavano con la vettura, e gli offrivano un passaggio fino alla sezione di voto. I vicini di casa liberi dal lavoro, in quella giornata festiva, ascoltavano divertiti l’esito delle sorprendenti visite.

 

Anche Francesca e Piero tendevano l’orecchio attentamente per udire ciò che la vecchia diceva a quei signori e ridevano a crepapelle. Anna volle vedere da vicino ciò che accadeva e prese comodamente posto sul carro. Sembrava che i ricevimenti dei due vecchi fossero terminati e Maria si apprestava a preparare la cena, quando di fianco al carro, si fermò ancora una volta un’automobile.

 

Erano in pochi in paese a possederne una e quindi si poteva capire che i due, quel giorno, avevano altri ospiti di riguardo. Scese dall’automezzo, con grande sorpresa di tutti, una signora impellicciata, che stando attenta a non infilare i tacchetti delle eleganti scarpette fra i ciottoli della piazza, si avvicinò alla cucina con un fazzoletto profumato orlato di pizzo premuto sul naso, nell’inutile intento di evitare di inalare il tanfo che usciva da quell’ambiente abitato contemporaneamente da persone e animali. Rivolgendosi a Maria con voce mielosa, indicava ora il vecchio Ferdinando, ora l’automobile.

 

Anna trasalì quando la voce adirata della vecchia si levò altissima, e dopo una serie di brutte imprecazioni incitò la cagna a mordere quella distinta signora che piuttosto spaventata sembrava piantata nel terreno con i suoi tacchi a spillo.

 

Costei non riuscendo a muoversi stava lì incredula con gli occhi e la bocca spalancati, mentre Marchesa digrignando i denti le piroettava attorno, annusando minacciosamente l’orlo della pelliccia. Il compagno della donna sceso intanto dal posto di guida, con uno strattone trasse verso di sé la malcapitata spingendola con polso deciso dentro la macchina. Chiuse repentinamente lo sportello e si mise a sua volta in salvo partendo, come si può capire, in gran fretta e senza salutare.

 

Il brano è tratto da “Anna nel paese dell’anima,” di Agostina Usai, Sa Babbaiola Edizioni, anno 2021

 

 

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